Rivisitazione di un testo di due anni e mezzo fa: certe cose cambiano, certe proprio no.
Ieri mi sono messo al collo un cartello con su scritto “Ho votato Berlusconi, uccidetemi”, e sono sceso in piazza.
Invece di uccidermi, migliaia di persone si sono messe al collo il cartello “Anche io, uccidetemi” e mi hanno seguito.
Visto che tutta la piazza era pentita, ne dovevamo trovare un’altra.
Ci siamo messi in cammino, come un corteo funebre, la gente ci guardava dalle finestre e subito ce la ritrovavamo in corteo.
Man mano i cartelli iniziarono a variare. C’erano quelli con la scritta “L’ho votato tre volte, uccidetemi”, quelli “ho venduto il voto per 400€, uccidetemi”, quelli “Perchè mi piace il blu, uccidetemi”, e uno in fondo che diceva: “Io ho votato Craxi. Uccidete tutta la mia famiglia”
Il movimento era ormai cresciuto, abbiamo chiamato i giornalisti per far parlare di noi, ma invece di intervistarci e riprenderci si sono accodati, con la scritta “Uccideteci”, e basta.
Mentre il corteo procedeva un tizio ci ha urlato “Lo avete votato e adesso ve lo cuccate, stronzi!”, e si è girato per andarsene. Prima che potessi fargli notare qualcosa, è caduto in un tombino aperto. Le strade non sono sicure, ho pensato.
Ogni tanto guardavo il corteo dietro di me, e mi sembrava di vedere qualche esponente di sinistra sparso nella folla, senza nessuna scritta al collo ma con lo sguardo che diceva “Anche a me, vi prego”.
Siamo passati davanti a un centro sociale.
Ci hanno guardati, qualcuno ha finalmente tirato fuori mazze e marmitte.
Poi, quando la tensione era alta e noi speravamo in uno scontro violento, hanno iniziato a passarsi canne e si sono rilassati. Maledetti.
Siamo passati davanti al Vaticano, due vescovi ci hanno detto che non potevano ucciderci perché solo Dio può togliere la vita. E lo dicevano sghignazzando.
Qualche giovane del corteo ha tirato fuori un cellulare e fatto foto e riprese, le ha spedite a qualche server che ha automaticamente pubblicato tutto su un blog.
Abbiamo ricevuto in pochi minuti migliaia di visite. Ma nessuno è venuto ad ucciderci.
In generale, più giravamo per cercare qualcuno che ci uccidesse, e più la gente si accodava. Il corteo era diventato enorme, tanto che nella confusione abbiamo sbagliato strada e abbiamo occupato un percorso non autorizzato per i cortei.
Arriva la digos.
“Chi cazzo siete?”
“Abbiamo votato Berlusconi, uccideteci”
“Questo non è un buon motivo. Ci sono negri?”
“No.”
“Comunisti?”
“No”
“Precari?”
“Tutti”
“Ok. Addosso ragazzi!”
Ma niente, le forze dell’ordine non ci hanno ucciso perché a causa dei tagli il loro equipaggiamento consisteva solo in battipanni di vimini e spray al peperonicino difettosi, che non pizzica ma lascia nell’aria odore di ‘nduja.
Così, dopo qualche vano stanco tentativo, hanno gettato le armi, e anche loro si sono accodati.
Non restava che riprendere a camminare, ormai non c’era nessuno in strada che non facesse parte del corteo.
Siamo arrivati sotto al Balcone, Lui non c’era.
Abbiamo iniziato a gridare a gran voce “Berlusconi, siamo i tuoi elettori, ti prego, uccidici!”
Breve Silenzio. Poi Berlusconi si è affacciato, sorridente.
Non parlava. E aveva due moncherini al posto delle braccia.
Poi, alla sua destra, si è affacciato Draghi, smangiucchiando una mano arrostita. Si è asciugato la bocca unta con la cravatta e ha detto, con voce calma: “Non ci pensate proprio, andate a lavorare!”
“Ma non abbiamo un lavoro!”
“Parlatene con Iacona!”, ed è rientrato dentro.
Berlusconi era lì. Sorridente. Immobile. Senza braccia.
Allora siamo tornati mesti alle nostre case, alle nostre tende e ai nostri cartoni per terra.
Tranne qualche ostinato che non voleva rinunciare alla morte, e perciò si è fatto assumere in cantiere.